Viaggio di un gruppo di Cicloamatori
Un gruppetto di cicloamatori di Fiab Ciclobby si sono ritrovati sabato 6 aprile all’Arco della Pace per iniziare un giro alla ricerca di storiche cascine nei dintorni di Milano.
Alla prima sosta, a due passi dal punto di ritrovo, nel Parco Sempione, troviamo la “Cascina Nascosta”: un complesso di proprietà comunale, effettivamente nascosto nel parco ai piedi della Torre Branca.
La cascina adibita a magazzino soprattutto per gli attrezzi necessari per la manutenzione del parco. è in fase di ristrutturazione e a settembre Legambiente (vincitore del bando) ospiterà vari centri per attività ludiche o didattiche, con alcuni laboratori, a disposizione della popolazione e delle scuole.
Mentre ci avviamo verso la nostra seconda meta, il primo e fortunatamente unico problema: una gomma bucata che richiede una sosta di circa mezz’ora e che porterà poi all’abbandono di due componenti del gruppo.
Attraversiamo la città, con calma, passando in mezzo ad una folla di ragazzini che correvano la “School marathon” tra i palazzi di City life, poi un rapido sguardo al vecchio “Derby”, una volta famoso locale di cabaret ove iniziarono la loro carriera artisti ora molto noti; Gaber e Iannacci, Cochi e Renato, Abatantuono, solo per nominarne alcuni, e attualmente sede del centro sociale Cantiere
Un’altra doverosa sosta, nell’anno del cinquecentenario di Leonardo da Vinci, all’ippodromo di San Siro per ammirare la monumentale statua del cavallo realizzato su bozzetti del grande Vinciano.
Arriviamo in breve alla “Cascina Linterno” nella zona di Via Novara, Parco delle Cave. Là ci attendeva Giovanni Bianchi, uno dei promotori della iniziativa di recupero della cascina che, insieme al fratello, ci hanno raccontato la storia, curiosa e interessante, di questo antico insediamento.
Abbiamo così saputo che l’insediamento era molto attivo come importante centro agricolo già ai tempi dei romani.
In questo luogo soggiornò probabilmente a lungo il poeta Francesco Petrarca nel ‘300.
La chiesetta in cui ci siamo riuniti (vedi foto), comodamente seduti su sedie imbottite, dopo essere stata sconsacrata nel secolo scorso e adibita ad officina meccanica con gravi danni alle sue strutture e con la dispersione degli arredi, è stata risanata, consolidata staticamente e posta in sicurezza sismica seguendo uno studio del Politecnico di Milano, Molti arredi sono stati recuperati nella vicina parrocchia dove erano stati depositati, ma purtroppo l’altare è stato distrutto per fare spazio alle macchine dell’officina e ne sono stati recuperati solo alcuni piccoli frammenti.
Ci è poi stata raccontata la curiosa storia del sacerdote don Giuseppe Gervasini, detto “el Prêt de Ratanà”, che qui soggiornò a lungo e qui morì nel 1941 venerato da tutta la popolazione. Figura un po’ controversa di sacerdote, ebbe qualche problema con la Curia per la sua attività di taumaturgo e guaritore, ma era molto amato dal popolo che seguiva con fiducia i suoi consigli di cura, basati principalmente su teorie di “idroterapia”, ancora oggi utilizzati per la cura di alcuni tipi di artrosi. È sepolto ora al Cimitero Monumentale e la sua tomba è sempre molto visitata e venerata.
Dopo un visita alle strutture della cascina, agli animali da cortile, galline, pecorelle e capre e fatto alcuni acquisti al mercatino dei prodotti biologici allestito nell’aia, ci siamo dati appuntamento alla prossima fine maggio per assistere allo spettacolo delle lucciole del Parco delle Cave, oramai un evento imperdibile per molti milanesi.
Abbiamo proseguito il nostro giro attraversando il parco, e dopo una breve sosta alle scuderie della “Cascina Caldera” e un sentito ossequio al cimitero degli inglesi lungo la via Cascina Bellaria, bloccati dai morsi della fame, ci siamo rifocillati con un panino sulle panche del ristorante “Cascina Bellaria” Abbiamo poi raggiunto, ormai erano passate le ore quattordici, la “Cascina San Romano” nel cuore di Bosco in Città. Qui, tra il fumo delle griglie accese per il pic-nic di allegri gruppi di giovani e dopo un rapido sguardo ai maestosi pavoni dell’aia, abbiamo ripreso la via del ritorno.
Grazie a Dario e Titta… Alla prossima gita in bici!
Guglielmo Maleci